"Non esiste palla coperta o scoperta, ma palla giocabile o no."
È un concetto che ho sentito al corso per allenatori di base e che mi ha fatto riflettere molto. Come non esiste?! È una delle cose più importanti che si insegnano in tutti i settori giovanili del mondo, perché non esiste?
Partiamo dalla teoria...
Sappiamo tutti cosa significa palla coperta o scoperta, ma ne riporto comunque una definizione, tratta dal sito eurosport.com, che rende bene l'idea:
"Come palla scoperta si intende quella situazione di gioco in cui chi attacca portando la sfera guarda frontalmente la porta avversaria. Al contrario, la situazione di palla coperta è quella in cui chi attacca e porta la sfera dà le spalle alla porta avversaria. A seconda che il portatore di palla copra o scopra la palla, deve cambiare il modo di muoversi della difesa. Che nel primo caso può applicare il fuorigioco, alzando la propria linea. E, invece, a palla scoperta deve pensare soprattutto a coprire lo spazio. Se il portatore di palla può vedere il movimento dei propri compagni, ha un tempo di gioco in meno per lanciarli a rete. Se è a palla coperta – e deve presumibilmente girarsi per servire un compagno – rende la propria azione decisamente più lenta. Un tempo di gioco di cui può e deve approfittarsi la difesa."
L'evoluzione del calcio moderno, soprattutto con la difesa a zona e l'applicazione del fuorigioco, ha portato questa lettura ad essere determinante in fase di non possesso perché determina una serie di comportamenti tattici adeguati in relazione alle variabili spazio e tempo.
Ma, oltre all'evoluzione tattica, nel tempo si è visto uno sviluppo tecnico individuale tale da consentire ai calciatori più bravi di bypassare questa fase e verticalizzare anche in situazione di palla coperta. Non sono più così rare le giocate di tacco o di prima, spalle alla porta, che sorprendono la difesa e mandano gli attaccanti a rete.
Ecco allora che la palla sui piedi, anche se coperta, è comunque giocabile, immediata e verso la porta come se fosse scoperta. Non si può considerare la visione di gioco a 180° ma va considerata a 360.
Francesco Totti ne ha fatta una caratteristica distintiva ma non è il solo che, con lanci di prima e colpi di tacco geniali, ha ispirato generazioni di futuri calciatori, che non vedranno più le spalle alla porta come un limite, ma come l'occasione giusta per sfoggiare un'altra skills e realizzare l'assist vincente.
Mister Marco
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