Ultimo episodio della trilogia della comunicazione efficace.
(Per chi se li fosse persi: 1° articolo/ 2° articolo)
(Per chi se li fosse persi: 1° articolo/ 2° articolo)
Eravamo rimasti con il quinto punto della comunicazione responsabile: i 12 errori di comunicazione. Vediamoli insieme utilizzando un altro esempio: Giovanni, dopo aver finito il percorso motorio, non rimette a posto il materiale che è stato usato, lasciando ai compagni o all'insegnante questa incombenza. Ciò accade molto spesso.
L'insegnante può dirgli (sbagliando):
- Comandare: "Metti subito a posto il materiale!"
- Minacciare: "Se non metti subito a posto il materiale non verrai più in palestra!"
- Moraleggiare: "Sei grande e non hai ancora imparato a comportarti bene!"
- Ricorrere ad Argomentazioni logiche: "La cosa migliore che tu possa fare è quella di mettere a posto il materiale, prima di adoperarne altro!"
- Consigliare: "Io, al tuo posto, prima di palleggiare, avrei messo a posto gli ostacoli!"
- Biasimare: "Sei il solito disordinato!"
- Umiliare: "Un bambino di due anni è più bravo di te!"
- Interpretare: "Tu fai così per essere aiutato dagli altri!"
- Consolare: "So bene che sei stanco, ma cerca di riordinare il materiale!"
- Scherzare: "Non vorrei stare nella tua casa quando sarai grande. Il disordine ti soffocherà!"
- Complimentare: "Sei così bravo a far tante cose, cerca di essere anche ordinato!"
- Informarsi: "Perché non metti i coni a posto? Sei stanco? Vuoi dare i coni al tuo compagno?"
E collegandomi con l'ultimo punto aggiungo una breve linea guida all'uso delle domande:
DOMANDE DA EVITARE:
- Suggestive: nella loro formulazione suggeriscono o includono già la risposta ("Sei stanco?").
- "o/o": costringono l'allievo a scegliere tra due alternative poste dall'insegnante ("Vuoi saltare o vuoi correre?")
- Perché: tendono a sollecitare giustificazioni o razionalizzazioni ("Perché non hai sistemato il materiale?")
- Successive: si susseguono l'una dopo l'altra ("Come mai non sei venuto a scuola? Sei stato male?").
MODO IN CUI FORMULARLE:
- Accessibili: alla portata degli allievi.
- Rilevanti: significative ai fini dell'interazione e non superflue.
- Chiare: prive di doppi sensi.
Con questo è (quasi) tutto.
Ovviamente è necessaria molta pratica per interiorizzare questi comportamenti e farli propri. Io ci sto lavorando ancora oggi dopo anni e posso assicurarvi che non è per nulla facile. Il mio consiglio è provare ed insistere. All'inizio sarà molto difficile. Poi con il tempo le abitudini corrette si automatizzano e i vantaggi con i ragazzi saranno enormi, per non parlare dell'immagine e professionalità che dimostrerete.
Buona fortuna
Mister Marco
NB. La principale fonte di informazione per gli articoli scritti sul blog sono tratti dall'ottimo libro "Fiabe Motorie. Movimento, fantasia e creatività - A. Mazzoni, P. De Rossi, M. P. Albanese - Armando Editore - 2010" che consiglio vivamente a chi lavora con i più piccoli ricordando che il pallone è solo un mezzo per farli crescere sani e in forma. Il calcio è un altra cosa ;)
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