24 marzo 2017

5 cose da fare e non fare per essere un buon allenatore

Oggi parliamo di comportamento e gestione del gruppo di lavoro, dalla squadra allo staff. Un piccolo elenco di comportamenti e suggerimenti per ottenere il massimo dal team.


1. Ottenere rispetto anziché esigerlo

Mostrare empatia, attenzione ai dettagli e sincero interesse verso lo staff e i giocatori è la chiave vincente per ottenere rispetto. Fondamentale anche il tipo di comunicazione utilizzata. 

Purtroppo non solo la sostanza conta, ma anche la forma vuole la sua parte. Potete anche essere buoni e sinceri, ma se i vostri modi sono burberi e scontrosi non otterrete mai nulla. Attenzione! Questo non significa che basta avere buone maniere se in fondo non c'è vero interesse, alla lunga si capisce...ed è peggio...




2. Dire "noi" anziché "voi" o "io" 

Si deve far sentire tutti, giocatori e staff, parte del progetto condividendo uno scopo comune. Evitate frasi del tipo "oggi AVETE perso" o "non SIETE stati abbastanza bravi" e sostituitele con "oggi ABBIAMO perso" e "non SIAMO stati abbastanza bravi".

Sembra poco, ma fa tutta la differenza del mondo ;)

Così come non si deve mettere in risalto solo il nostro lavoro, mettendo in ombra il resto dello staff o peggio ancora i giocatori. Essere sempre il protagonista e appropriarsi dei meriti altrui non crea un clima di fiducia.


3. Evocare collaborazione anziché paura

Cercare di evidenziare sempre gli errori abbassa la motivazione e la fiducia di ragazzi e staff. Questo vale dai più piccoli ai più grandi, con i bambini e con gli adulti. Sbagliare è umano, e nel calcio è inevitabile. Se ci arrabbiamo ed urliamo per ogni passaggio o stop sbagliato creeremo un clima teso che non favorisce la crescita.

Invece sviluppare una cultura collaborativa e di sostegno reciproco attraverso feedback e riconoscimenti positivi crea l'ambiente giusto per il lavoro di tutti.

http://www.lacomunicazione.it/voce/feedback/


4. Ispirare anziché motivare 

La motivazione stimola l'attenzione senza favorire la crescita personale e professionale di collaboratori e giocatori. Un mister che urla durante gli allenamenti alza il ritmo e l'intensità dei calciatori, ma quando smette l'effetto svanisce.
Ispirare invece spinge all'azione con effetti duraturi e indipendenti dalla presenza dl mister.

Il filosofo John Locke descrisse l'ispirazione come "un'eco mentale di idee che si richiamano a vicenda". 

Ispirare una squadra, o essere di ispirazione, non è per nulla facile. Aver giocato ad alti livelli o vinto tanto in carriera aiuta sicuramente (immaginate di essere allenati da Zidane o Mourinho), ma per fortuna non è l'unico modo.
Ispirare è dare innanzitutto l'esempio, mostrare un traguardo, una strada da seguire, far sorgere un sentimento che spinge all'azione.



5. Cercare le risposte anziché pensare di averle

Non pensare di avere già tutte le risposte alle diverse situazioni che possono presentarsi in campo e fuori. È rischioso e presuntuoso.
Sii un instancabile curioso e sfrutta le potenzialità delle persone che lavorano con te e dei ragazzi che si allenano e giocano le partite. Una buona idea nasce da più teste e più intuizioni.


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Mister Marco

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