28 dicembre 2016

La potenza è nulla senza controllo

Era lo slogan di uno spot di qualche tempo fa….delle gomme per le auto se non sbaglio…. Il messaggio che si voleva comunicare era più o meno questo: puoi avere anche il motore  della Ferrari, ma se lo monti sul triciclo difficilmente andrai lontano.

Ora…se voglio vincere il gran premio devo aumentare solo la potenza del mio motore (il muscolo, l’espressione di forza) o anche l’assetto, le ruote, il controllo,  l’aerodinamica,  i freni e tutto il resto (l’economia ed il controllo del gesto tecnico)?

Vi faccio vedere un video:




È ovvio che l’espressione di forza è sport specifica. Nei cambi di direzione (CDD), elemento chiave della prestazione calcistica,  questo è ancora più chiaro. 

Nella prova di sprint sui 25m si osserva che il corridore professionista ha la meglio su Ronaldo, che mostra una tecnica di corsa errata, con la testa molto in alto ed un oscillazione evidente delle braccia sul piano trasversale, una falcata molto breve, derivata probabilmente dalla necessita di toccare frequentemente la palla in conduzione, ed un rapido innalzamento del busto in accelerazione. 

Ma nella prova sui cambi di direzione le situazioni si invertono ed il calciatore dimostra una tecnica e un assetto del corpo molto più efficiente rispetto al velocista. 

Il baricentro di Ronaldo è più in basso rispetto all’altro partecipante, la forza di spinta è data quasi completamente dalla gamba esterna ed anche le braccia sono coinvolte. Inoltre, come si può vedere nella sequenza filmata, il calciatore esegue un breve salto con entrambi i piedi prima di iniziare lo spostamento intorno all’ostacolo. Ciò gli consente una più veloce decelerazione e, sfruttando la forza elastica del muscolo nel ciclo accorciamento-allungamento, una rapida ripartenza. Anche in questo caso la lunghezza della falcata è differente, favorendo però Cristiano Ronaldo nel cambio repentino di direzione. 

La tecnica applicata ai cambi di direzione “svolge un ruolo chiave nella prestazione” (Bompa, 1983; Sayers, 2000). In particolare, un inclinazione in avanti e un basso centro di gravità appare essenziale per ottimizzare l’accelerazione e la decelerazione, oltre ad aumentare la stabilità. 

Una pronunciata inclinazione in avanti e un basso centro di gravità è parte integrante dell’accelerazione nell’atletica (Francis, 1997; Mann, 1981), che è simile a quella negli sport di Agility (Sayers, 2000). La differenza ovvia si nota nei velocisti dell’atletica, che sono tenuti a mantenere la loro visuale bassa (guardando in basso) per una parte della fase di accelerazione (Francis, 1997) mentre negli sport di squadra la visione del campo di gioco è continua.

È indubbio però che una maggiore forza muscolare può influenzare positivamente nei CDD, così come una maggiore elasticità muscolare e una percentuale maggiore di fibre bianche. 

Vengono proposte delle sotto categorie quali fattori della qualità muscolari, e cioè:

- Forza reattiva: Young et al. (2002) hanno suggerito che la forza reattiva, grazie al coinvolgimento del ciclo stiramento-accorciamento, ha un rapporto più forte con la velocità di cambio di direzione. Questo punto di vista riceve un certo supporto anche dai risultati di Djevalikian (1993);

- Potenza e forza concentrica: sembrerebbe che le misurazioni di forza e potenza abbiano un impatto sui cambi di velocità (Negrete e Brophy, 2000), ma che questo rapporto potrebbe essere osservabile solo quando su brevi distanze. Si potrebbe quindi dedurre che, per sport come il badminton, e nei giochi sportivi con cambi di direzione su brevi distanze – come i portieri nel calcio –le misure di forza e potenza hanno un forte rapporto nei cambi di direzione rispetto ad atleti che svolgono cambi di direzione su distanze maggiori e velocità più elevate come i giocatori di calcio. La forza muscolare eccentrica potrebbe avere un forte rapporto con la decelerazione, che sappiamo essere una componente dei CDD.

- Squilibrio muscolare destra-sinistra: ancora Young et al. (2002) hanno riferito che gli squilibri muscolari degli arti inferiori influenzano la direzione nei cambi di velocità, rendendo significativamente più lenti i cambi di direzione con la gamba più debole.

Sulla base dei risultati della ricerca (Baker, 1999; Delecluse et al., 1995; Kukolj, Ropret, Ugarkovic e Jaric, 1999; Young et al., 1995, 1996) è chiaro che la forza e gli sprint sono correlati. Tuttavia, sembra che questo rapporto non si estenda agli sprint con cambi di direzione (Baker, 1999; Negrete e Brophy, 2000; Webb e Lander, 1983; Young et al., 1996). Inoltre, le misurazioni di potenza tipiche non predicono elevate prestazioni nei CDD (Djevalikian, 1993; Negrete e Brophy, 2000; Young et al., 1996, 2002).

Mister Marco

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