14 febbraio 2017

5 pregi e 5 difetti dell'allenamento integrato


Questo articolo è stato scritto dopo la lettura dal libro di F. Marziali e M. Massi, "Proposte per la preparazione fisica integrata del calciatore" ed integrato (appunto) da pareri personali. Libro che parla di svariati argomenti, anche entrando nel dettaglio, ma che potrebbe essere sintetizzato in modo filosofico dalla frase: 
"non separare mai il corpo dalla mente" 
(o anche "non separare le capacità coordinative da quelle condizionali") . 

Ma, oltre all'aspetto fisico, la proposta di allenamento integrato sottolinea la piena fusione tra gli elementi tecnici, tattici e fisici. Si parla di "timing" come l'arte di coordinare la tattica, la tecnica, la condizione fisica e psicologica a servizio del gioco di squadra


La grande differenza con il modello analitico, che si basa sull'allenamento delle capacità condizionali in modo separato per poi cercare di ricollegarle nel finale dell'allenamento, sta nell'arrivare all'esecuzione dell'abilità o materia di apprendimento partendo dal movimento completo. 

Questo modello si basa sul costruire situazioni di gioco, nelle quali il giocatore deve percepire e decidere in relazione al contesto. Offre situazioni complesse di apprendimento simili alla competizione e pertanto da la possibilità di apprendere e comprendere il calcio. 

L'allenamento integrato è uno strumento adeguato per il lavoro in fatica poiché il giocatore si allena in condizione similare a quella che ritroverà in partita. La didattica del gioco, basata sull'utilizzo delle situazioni, propone il gioco ridotto di squadra regolamentato come una forma basica di allenamento, che con la continua evoluzione, esige dall'individuo requisiti motori e soprattutto psicologici per adattarsi alla situazione in corso. 

I punti forti che caratterizzano questa metodologia sono perciò:
  1. La visione globale dell'atleta;
  2. La specializzazione dell'organismo nell'alta prestazione in relazione alla propria disciplina;
  3. L'allenamento basato sull'analisi della gara come test di valutazione della prestazione;
  4. Specificità dell'allenamento in funzione delle caratteristiche fisiche individuali e del ruolo;
  5. Programmazione unitaria attraverso l'organizzazione di staff. 

I punti deboli sono invece:
  1. Difficoltà nel far raggiungere elevate intensità nei giocatori con un livello di fitness elevato e nei giocatori che posseggono un elevato repertorio tecnico;
  2. Difficoltà nel riprodurre le medesime intensità di gioco (in special modo i picchi) della gara;
  3. Richiesta di giocatori con un alto livello di abilità tecniche tali da non compromettere la richiesta di intensità;
  4. Rischio di infortuni durante queste forme di allenamento;
  5. Disponibilità di allenatori, preparatori e collaboratori che consentano il controllo ed il monitoraggio di queste proposte di allenamento. 


Mister Marco 

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