30 maggio 2016

Proposta per la seduta di allenamento


Oggi voglio condividere con voi una possibile impostazione per la seduta di allenamento.

Premesso che ognuno può impostarla come vuole, in linea di massima tutti seguono la linea base dettata dalla Guida Tecnica della Federazione, e cioè:
  • Fase di avviamento (riscaldamento funzionale, preparazione fisiologica e didattica specifica);
  • Fase centrale (indirizzo didattico, determinazione degli obiettivi, fase di carico vera e propria);
  • Fase finale (defaticamento, verifica degli adattamenti, feedback risultativi mediante verbalizzazione, ripristino di equilibri psicologici individuali e del gruppo).


Conferme a questo tipo di suddivisione possiamo trovarle anche ne l'Allenamento Ottimale (Weineck, 2001) che suddivide l'Unità di Allenamento in:
  • Parte preparatoria (dove, con il termine "preparatoria", s'intende la predisposizione ottimale dell'atleta a quanto gli verrà richiesto nell'unità di allenamento, attraverso la regolazione psicologica e pedagogica del suo comportamento, realizzata servendosi di un carico fisico preliminare);
  • Parte principale (comprende quei compiti che servono a sviluppare ulteriormente od a consolidare la capacità di prestazione sportiva);
  • Parte conclusiva (serve ad introdurre ai successivi processi di recupero e ristabilimento, e ad accelerarli.

Personalmente ritengo che questo tipo di suddivisione non sia necessaria per la scuola calcio (6-12 anni) poiché nessun bambino ha bisogno di "scaldare i muscoli" o "prepararsi mentalmente all'allenamento". Basti pensare al gioco spontaneo o le infinite partite che tutti noi facevamo da piccoli. Avete mai visto un bambino fare stretching prima di giocare a pallone sotto casa? Oppure fare defaticamento a fine giornata? Ovviamente no...



Nella mia esperienza personale, sia sul campo di calcio che nelle palestre delle scuole elementari, ho notato invece che i bambini vanno fatti "scaricare mentalmente".
Ormai la maggior parte di loro fanno il tempo pieno a scuola ed escono mediamente alle 16:30. Con gli allenamenti che iniziano mezz'ora dopo si fa fatica ad avere di nuovo la loro attenzione, come dargli torto? Meglio allora dedicare 5/10 minuti ad un gioco libero e spontaneo, dove c'è zero impegno mentale ed il massimo della libertà. Io lo utilizzo anche per aspettare i ritardatari.

Perciò sostituirei la Fase di avviamento con la Fase di scarico mentale.

Per quanto riguarda la Fase centrale, quest'anno l'ho suddivisa in tre parti:
  1. Tecnica di base (finalizzata al miglioramento di Controllo, Passaggio, Conduzione e Dribbling);
  2. Possesso palla (fondamentale per sviluppare la "tranquillità" in campo e la gestione delle fasi di possesso e non possesso. In base al livello possiamo inserire anche concetti più difficili come ampiezza e profondità, transizione positiva e negativa, ecc.);
  3. Situazione di gioco (dove si vanno a toccare gli aspetti più carenti del gruppo e dei singoli in base al feedback ricevuto dalle partite precedenti).
Nel dettaglio, la fase 1 (tecnica di base) è organizzata in due mesocicli che si alternano di settimana in settimana. Due esercizi: uno per Controllo e Passaggio e uno per Conduzione, Finta e Dribbling.
Nella prima settimana proponiamo il primo obiettivo, nella seconda il secondo, nella terza di nuovo il primo e via dicendo. Gli esercizi restano sempre gli stessi per la durata di due mesi circa ed aumentano progressivamente di difficoltà in base alla risposta dei ragazzi. Dopo i primi due mesi cambiano gli esercizi ma restano gli obiettivi di controllo e passaggio, conduzione e dribbling.
Il principio alla base di questa scelta è la ripetizione del gesto tecnico e la familiarità dell'esercizio, che non ha bisogno di molte spiegazioni e riduce i tempi morti.

La fase 2 (possesso palla) prevede una progressione didattica con tempi variabili in base alla risposta dei ragazzi. Si parte dal 5vs0, sempre in forma ludica ovviamente, e si arriva dove riescono ad arrivare. Qui l'"occhiometro" (cioè la valutazione dei miglioramenti tramite l'osservazione del mister) è fondamentale. Quando riteniamo che il gruppo è pronto passiamo al livello successivo. Io quest'anno sono arrivato a fare il 5vs3 passando dal 5vs0, 5vs1, 4vs1, 3vs1, 3vs2, 4vs2, 5vs2.... Ovviamente nel 5vs0 ci siamo stati una settimana perché abbastanza semplice, ma andando avanti i tempi si allungano necessariamente.

La fase 3 (situazione di gioco) tocca tutti gli altri gesti tecnici (contrasto, tiro, colpo di testa, cross, rimessa laterale, ecc.) utilizzando il feedback della partita
Ad es. se noto che nella gara precedente abbiamo avuto difficoltà nel colpo di testa posso dire ai ragazzi: "Ho notato che in partita abbiamo fatto molti cross in area di rigore ma pochi colpi di testa. Vogliamo esercitarci su questo aspetto per diventare più bravi?". In questo modo hanno una motivazione in più per allenarsi e un riscontro pratico relativo alla gara disputata.
Qui la difficoltà maggiore sta nel proporre, durante la stagione, obiettivi sempre diversi creando una didattica completa, senza trascurare nulla. Io personalmente mi segnavo sul quaderno l'obiettivo della settimana e cercavo di riproporlo in modo cadenzato solamente dopo aver lavorato anche su altro.

Nella Fase conclusiva solitamente si inserisce una partita, lasciando i ragazzi liberi di giocare. Anche qui potrei non essere d'accordo.... Non sempre è necessaria e a volte si può anche saltare. Solitamente si fa per lasciare nel bambino un ricordo positivo dell'allenamento e spingerlo a tornare con più interesse. Ma in fondo, se gli altri esercizi sono proposti in forma ludica, al bambino non serve questo tipo di incentivo perché si è già divertito abbastanza. Semmai la partita la utilizzerei per dare indicazioni sulla disposizione in campo e qualche accorgimento dal punto di vista delle posizioni e dei movimenti. Potremmo quasi chiamarla Fase di tattica collettiva (anche se è un parolone riferito a bambini piccoli) o, meglio ancora, Fase di Gioco collettivo.

Ricapitolando viene fuori in questo modo: 
  • Scarico mentale;
  • Tecnica di base;
  • Possesso Palla; 
  • Situazione di gioco;
  • Gioco collettivo.

Non ho inserito appositamente i tempi perché anche questi sono variabili in base alla difficoltà dell'esercizio. Se richiede poco tempo ci dedico poco, se ne richiede tanto ne impiego tanto. Mi fanno ridere le suddivisioni temporali fisse.....sulla base di cosa sono state definite? Anche qui a dettare i tempi sono i ragazzi. Se l'attenzione cala è il momento di cambiare. Se invece il lavoro è buono e c'è interesse si continua.

Comunque sia...io quest'anno mi ci sono trovato molto bene, ma vi ripeto che è solamente uno dei tanti modi in cui potete suddividere la sessione di allenamento.
Mi farebbe piacere avere anche una vostra versione e qualche idea in proposito.

Alla prossima :)

Mister Marco

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